Accettò di darmi lezioni solo a determinate condizioni:

• “Se vuoi fare una mela blu prima devi imparare a farla rossa e verde”

• “Lascia i pennelli per un po’ e dedicati al disegno”

• “Inizia a copiare i disegni dei grandi che più ti piacciono” (scelsi Michelangelo e Rembrandt)”

• “Fai un segno ma fallo tutti i giorni”

• “Non avere paura di copiare dal  vero: dal vero si impara innanzitutto l’umiltà, poi ad osservare, si stringe un confronto, si scoprono relazioni e sfumature impensate, infine si impara a cercare oltre le apparenze”

• “Dipingere è anche disegnare”

• “Dipingere è pensare per immagini: occorrono : umiltà, molte letture e il silenzio per meditare”

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Ho cercato da allora di seguire queste linee guida, consapevole delle difficoltà e dei miei limiti. Ma il mio maestro diceva anche: il giorno in cui sarai soddisfatta smetterai di dipingere. Perciò da allora, avendo sempre presente i suoi consigli, ho continuato, giorno dopo giorno, ad allenare la mano e l’occhio e a cercare sempre nuovi spunti nella natura come nelle letture (poesia, filosofia e arte naturalmente).

Anche la musica è stata spesso fonte di ispirazione. Tutte le ricerche che ho fatto e che farò mi sono necessarie. Non si può dipingere senza cercare di comprendere ciò che ci ha preceduto e dove stiamo andando. Penso che viviamo in un’epoca che si dice globale ma in cui, contemporaneamente rischiamo una frammentazione dei saperi che, invece, dovrebbero confrontarsi pur conservando le loro identità e autonomia, senza confusioni.

Scrive uno dei massimi pensatori del ‘900, P. Florenskij  “noi uomini del XX secolo, che quasi abbiamo perso la capacità di vedere l’unità e oltre agli alberi non siamo più capaci di vedere un bosco”. Ripercorrendo la storia della filosofia , in occasione degli studi di mio figlio, mi sono accorta di quanto il pensiero, l’arte, la fede e la scienza abbiano prodotto nel tempo conquiste fondamentali attraverso i confronti che ci sono stati in tante epoche, anche se sono stati spesso messi in evidenza i momenti di scontro.

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Da alcuni  anni ho aperto un piccolo spazio a San Felice Circeo, un luogo di cui mi sono innamorata perchè, come tanti luoghi d’Italia, è ricco di mito, storia e natura. Io che vengo dalle nebbie del nord ho scoperto qui una nuova, potente luce. E la luce, si sa, è pane per i pittori. Ed essendo nata e vissuta per molto tempo in Liguria, ho riscoperto qui il mio amore per il mare. Anzi forse questo mare, così pieno di trasparenza e rocce multicolori, ho imparato a viverlo più intensamente, cercando fra le grotte e le distese consonanze con la mia anima e le mie origini, direi le nostre origini.

Per merito della galleria, che non per caso ho chiamato Itaca, ho potuto fare altri incontri importanti, da cui sono scaturite collaborazioni diverse. Mostre ed illustrazioni di libri, serate in cui abbiamo unito le nostre forze per letture, riflessioni ed intervalli musicali.

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Continuerò a lavorare e spero di poterlo fare sempre, perché questo mestiere costringe continuamente a mettersi in discussione. Ed è un formidabile mezzo per porsi domande sulla vita.

Per finire ringrazio tutta la mia famiglia per l’aiuto e anche la pazienza che, riconosco, è dote particolarmente necessaria per chi vive accanto a un “artista”.